
Scena 1: Un piano che non decolla
Passarono altri giorni. Lisa non riusciva a togliersi dalla testa l’idea che quella non fosse la vera Meg. La osservava da lontano, giorno dopo giorno, cercando un segno, una crepa nella maschera perfetta che ora portava.
I genitori allentano la punizione?
No, e...
Purtroppo, i suoi genitori non accennarono ad allentare la presa. Lisa veniva portata e prelevata da scuola come un detenuto in libertà vigilata, senza il minimo margine di manovra. Le uniche ore di libertà erano quelle delle lezioni, e anche lì era sotto osservazione.
Disperata, provò a fingersi malata.
Riesce a fingersi malata in modo credibile?
No
Durante una lezione cercò di simulare un malore, ma era troppo onesta, troppo trasparente per riuscirci. L’infermiera scolastica la scrutò con attenzione e poi sorrise. «Stai benone, Lisa. Niente di cui preoccuparsi. Torna pure in classe.»
Lisa stava per uscire dall’infermeria quando successe l’imprevisto.
Scena 2: Emergenza!
Succede qualcosa che rompe la routine scolastica?
Sì, ma...
L’allarme antincendio cominciò a suonare con un fischio acuto. Le classi si riversarono nei corridoi, seguendo le procedure per l’evacuazione.
Lisa intravide un’occasione. Si staccò con discrezione dal flusso ordinato, cercando rifugio in un corridoio laterale.
Ma una mano si posò sulla sua spalla, facendola sobbalzare.
È un insegnante?
Sì
Ha un atteggiamento ostile?
No
Era Mr. Lange, l’insegnante di musica. Lisa lo conosceva appena.
«Signorina…?»
«Carter», rispose lei, cercando di non mostrare il batticuore.
«Il punto di evacuazione è da quella parte. La prego, si riunisca agli altri. Non è un’esercitazione questa.»
Lisa abbassò lo sguardo, spaventata. L’idea di restare intrappolata in una scuola in fiamme l’aveva colpita all’improvviso.
«Mi scusi, professore. Mi ero… disorientata.»
«Lo vedo, lo vedo… Vada ora. Io devo finire il giro per assicurarmi che nessuno resti indietro.» Le fece un occhiolino e proseguì per il corridoio.
Lisa tornò nel flusso e raggiunse il cortile.
Scena 3: Rivelazioni
L'incendio divampa senza preavviso?
Sì
Pochi istanti dopo, alle sue spalle, le fiamme iniziarono a diffondersi rapidamente. Le grida si mescolarono alle sirene dei pompieri.
Lisa corse verso un insegnante, ansimando. «Mr. Lange è ancora là dentro!»
«Signorina Carter, si calmi,» rispose l’uomo, visibilmente teso. «I soccorsi stanno arrivando.»
I vigili del fuoco si disposero in formazione. Il calore era percepibile persino dal cortile.
Lisa si guardò intorno cercando Meg e Jake. Non ci volle molto.
Meg era inginocchiata a terra, pallida, tremante. All’improvviso emise un urlo agghiacciante e inumano. I suoi nuovi amici restarono immobili, paralizzati.
Jake comparve tra la folla, sgattaiolando vicino a Lisa. «Ma che diavolo…» mormorò, affiancandola.
I due si scambiarono uno sguardo carico di tensione.
Cosa fa Meg?
Shatter Haven
Meg si alzò di scatto, spintonò chi le era intorno e fuggì con una velocità disumana.
Un insegnante le corse dietro. «Signorina Taylor, aspetti!»
Ma fu inutile. Nessuno riuscì a starle dietro.
Lisa e Jake notano qualcosa di strano oltre a questo?
Sì, e...
Trap Unclear Superstition
Un ragazzo della loro classe, con il volto stravolto, si fece il segno della croce.
«Lo diceva mia nonna… quando una urla così, è perché qualcun altro è rimasto dentro.»
Lisa e Jake si voltarono verso di lui.
«Come… cosa?» chiese Lisa.
Il ragazzo abbassò la voce. «È una superstizione. Dicevano che se qualcuno urla… ma con un urlo che non è il suo, allora è perché qualcun altro è rimasto al suo posto. Come se… come se fossero stati scambiati.»
Si allontanò subito dopo, evitando altri sguardi.
Jake restò in silenzio un momento. Poi disse piano: «Lisa… abbiamo fatto gli stupidi. Ci siamo comportati come bambini offesi.»
«Io no,» replicò Lisa, con voce incrinata.
Jake le rivolse uno sguardo carico di rimorso. «Io sì… e tu avevi ragione. Che scemo sono stato.»
Lisa strinse i pugni. «Dobbiamo trovare Meg. La vera Meg.»
Jake annuì. «Adesso non molliamo.»