Sector Seven – Fuga da K-09

Sector Seven è un gioco di ruolo fantascientifico basato sul sistema Breathless di René-Pier Deshaies-Gélinas (Fari RPGs). Il gioco si ambienta in un futuro distopico dove le megacorporazioni hanno colonizzato lo spazio, trasformando i pianeti in miniere a cielo aperto e gli esseri umani in risorse usa e getta.

Il regolamento utilizza un sistema di check con dadi poliedrici che degradano dopo ogni utilizzo, rappresentando l’esaurimento fisico e mentale dei personaggi. Quando si affronta un pericolo, si tira un dado corrispondente all’abilità utilizzata: su 1-2 si fallisce con complicazioni, su 3-4 si riesce ma con complicazioni, su 5+ si ha successo. Dopo ogni tiro, il dado dell’abilità scende di un livello (d12 → d10 → d8 → d6 → d4), mai sotto il d4.

Le Ispirazioni

L’ambientazione fonde elementi di Alien, Dead Space e della narrativa cyberpunk corporativa. Il Settore Sette è una zona marginale dello spazio controllato dalle corporazioni, dove equipaggiamenti obsoleti continuano a operare con equipaggi ridotti all’osso, le ispezioni di sicurezza sono scadute da anni e le carriere terminano in decompressione esplosiva o misteriose sparizioni. Tre megacorporazioni dominano questo settore: Nexus Industries (diritti minerari), Meridian Biosystems (brevetti per lavoro sintetico) e Helix Terraforming (tecnologie di terraformazione).

Il gioco include meccaniche di Stress (che porta alla compromissione psicologica), Lealtà Corporativa (un tracciato che misura la fiducia della corporazione), Contaminazione Aliena (trasformazione progressiva) e la misteriosa Questione Sintetica (un giocatore potrebbe essere segretamente un androide). Per il gioco solitario, utilizza un sistema di Oracoli basato su domande sì/no e valutazione del rischio.

Il Personaggio: Nexus Anderson

Ecco la scheda completa del protagonista di questa sessione:

Dati Anagrafici

Nome: Nexus Anderson
Designazione: 7-B-02
Genere: lui/suo
Peculiarità fisica: occhio artificiale
Ruolo: Auditor Corporativo

Profilo

Nexus Anderson è un individuo con un passato enigmatico, le cui abilità si concentrano sulla sopravvivenza, sull’analisi strategica e sulla dissimulazione. Prima della sua detenzione, operava in contesti che richiedevano discrezione e capacità di adattamento rapido, suggerendo un’esperienza pregressa in operazioni clandestine o investigazioni complesse. La sua presenza nella struttura di quarantena non è casuale; la struttura lo ha internato a causa di una presunta esposizione a un agente biologico altamente contagioso o per la sua conoscenza di informazioni sensibili che la struttura intende sopprimere a ogni costo. La sua motivazione principale per la fuga non è solo la libertà personale, ma anche la necessità impellente di esporre le attività illecite della struttura o di recuperare dati cruciali che potrebbero alterare il corso di eventi maggiori. La sua resilienza mentale e la sua capacità di mantenere la lucidità sotto pressione sono i suoi maggiori punti di forza, essenziali per navigare gli ostacoli di un ambiente controllato e ostile.

Abilità

Forza: d4
Agilità: d4
Stealth: d8
Tecnologia: d6
Intuito: d10
Interfaccia: d4

Equipaggiamento

MedKit: d6
Faro d’emergenza: d6
Scanner Medico: d8
Interfaccia Neurale: d10

Altre Caratteristiche

Dado Requisizione: d12
Stress: 0/4
Contaminazione: 1/6
Lealtà Corporativa: d8
Sintetico: No

Scena 1: L’Opportunità Perduta

Obiettivo: L'obiettivo primario è evadere da una struttura di quarantena altamente sorvegliata. Questo complesso, isolato dal mondo esterno, non è solo un centro di contenimento per presunti agenti biologici, ma anche un laboratorio di ricerca sperimentale che impone un isolamento rigoroso su tutti i soggetti. La fuga è imperativa non solo per riacquistare la libertà personale, ma anche per prevenire la potenziale diffusione di un agente patogeno sconosciuto o per recuperare informazioni vitali che la struttura sta attivamente sopprimendo.

Anderson odiava quel posto. La Struttura di Contenimento Corporativa K-09 era diventata la sua prigione personale da quindici settimane interminabili, ogni giorno scandito da esami invasivi che mettevano a dura prova non solo il suo corpo ma anche la sua sanità mentale. Ma soprattutto odiava gli esami fisici, quelli che ti facevano sentire più un campione di laboratorio che un essere umano. Se solo non fosse stato così maledettamente disattento con quell’insettaccio alieno gigante… Il ricordo gli bruciava ancora, un errore che gli era costato la libertà.​

Era giunto il momento di fare qualcosa. Restare non era più un’opzione. O fuggiva, o ci restava per sempre nel tentativo.​

? Anderson è nella sua cella?
-> Sì, ma...
=> Qualcuno viene a prenderlo

Stava fissando il soffitto della sua cella, steso sulla branda metallica. Tutto era troppo bianco, troppo asettico, troppo perfettamente progettato per annullare ogni traccia di umanità. Non certo un sollievo dai continui soprusi fisici e mentali ai quali era sottoposto quotidianamente. Anderson sospettava che tutto questo fosse voluto, scientemente predisposto da qualche IA corporativa priva del senso dell’umorismo—o di qualsiasi traccia di umanità, ammesso che fosse possibile per una macchina possederne.​

All’improvviso la porta della cella si aprì con un sibilo pneumatico. Anderson si irrigidì. Non era l’ora dei controlli di routine.​

Nome: Ayden Kowalski
Dipartimento: Ricerca
Livello: Standard
Lealtà: Riluttante Ottemperanza
Problema: Debiti di gioco
Motivazioni celate: Avanzamento di carriera spregiudicato
Stato: Vacante dai compiti assegnati

? Si conoscono?
-> Molto Probabile: No, e...
=> Complicazione: Gli orari dei turni di lavoro mostrano dati contrastanti

Anderson non aveva mai visto quella persona prima d’ora. Un volto nuovo in una struttura dove i volti nuovi significavano sempre problemi.​

“Anderson!” La voce era piatta, controllata. La persona davanti a lui aveva un aspetto androgino e un’espressione ambigua, impossibile da leggere. “Oggi Miller è assegnato altrove. Sono stato incaricato io di seguire i tuoi esami. Seguimi.”​

Il tono era meccanico, privo di inflessioni. Anderson si alzò con riluttanza dalla brandina, squadrando il nuovo arrivato con il suo occhio artificiale che calibrava automaticamente distanza e costituzione fisica. Un ricercatore nella media, non certo un armadio a muro… ma neanche lui lo era. Forse poteva giocare d’astuzia, ma non conosceva questo personaggio. Doveva cercare di fare breccia in qualche modo, trovare un varco nella corazza professionale.​

Annuì al comando e seguì il ricercatore lungo il corridoio immacolato​

“Posso sapere con chi ho il piacere?” chiese Anderson, mantenendo un tono neutro. “Non ci siamo mai visti, mi pare.”​

“Non sono tenuto a rispondere,” replicò l’esaminatore in modo piatto, senza nemmeno voltarsi. Una pausa. “Comunque il nome è Kowalski, Ayden.”​

Il silenzio che seguì era glaciale e imbarazzante mentre percorrevano i corridoi immacolati dell’installazione. Le luci al neon bianche rifrangevano sulle superfici metalliche, creando un’atmosfera ancora più surreale. Anderson provò a rompere il ghiaccio, cercando qualsiasi appiglio per stabilire un contatto umano.​

“Quanto manca alla fine del tuo incarico qui?” tentò.​

? Kowalski è ricettivo alle chiacchiere?
-> Incerto: No, e...
=> Taglia il discorso

“Non fraternizzo con i soggetti, direttive corporative,” rispose Kowalski asetticamente, senza un’ombra di emozione nella voce. “Siamo quasi arrivati, giriamo a sinistra.”strategia2+3

A quanto pareva, nulla poteva impedirgli di ottemperare al suo compito. Era perfettamente addestrato, o perfettamente intimidito dal sistema. Anderson sentì una fitta di frustrazione attraversargli il petto.​

Oracolo di rischio
> Situazione gestibile
d: d8 = 2
=> La situazione è molto rischiosa, effettuare una prova

> Anderson prova il tutto e per tutto, cercando di tramortire Kowalski
d: Forza d4 = 1
=> Fallimento! +2 Stress

Era ora o mai più. Anderson valutò la distanza, l’angolo del corridoio, la posizione del ricercatore. Un colpo rapido alla base del cranio, e Kowalski sarebbe crollato. L’adrenalina pompava nelle sue vene mentre si preparava al movimento.​

Ma Kowalski sentì la mossa di Anderson ancora prima che l’auditor potesse colpire. Con una mossa agile e fluida, gli bloccò il braccio e lo atterrò in un secondo, schiacciandolo contro il pavimento gelido. Il respiro di Anderson si fece affannoso mentre il panico iniziava a insinuarsi.​

“Non ci siamo, Anderson,” commentò Kowalski con tono ancora piatto, ma con una nota di disapprovazione professionale. “Una mossa davvero molto stupida la tua. Cosa pensavi di fare?”​

“Vaffanculo!” rispose Anderson digrignando i denti, sentendo la presa ferrea sul suo braccio.​

“Sì, il tuo,” replicò Kowalski con un tono sardonic che lasciava trapelare per la prima volta un’emozione—un sadismo freddo e calcolato. “Con una bella sonda. Tra pochi minuti.”​

Scena 2: La Seconda Opportunità Sprecata

Anderson era ancora legato al lettino del laboratorio, i polsi e le caviglie stretti da cinghie di sicurezza rinforzate. Meglio non ripensare all’ultima mezz’ora. Kowalski era stato di parola, maledettamente di parola. Ogni muscolo del suo corpo doleva, e l’umiliazione bruciava più del dolore fisico.​

Ma ora stava per finire tutto. Era la sua ultima occasione, poteva sentirlo nelle ossa. Doveva solo aspettare di essere slegato, mantenere la calma, fingere docilità.​

> Appena slegato Anderson si avventa su Kowalski
d: Forza d4 = 1
=> Fallimento con complicazione: Kowalski seda Anderson

Appena le cinghie si allentarono, Anderson scattò come una molla. Ancora una volta l’istinto aveva prevalso sulla ragione, la disperazione sulla strategia.​

Ancora una volta Anderson aveva fatto qualcosa di molto, molto stupido.​

Kowalski non impiegò nulla a immobilizzarlo, più veloce e preparato della volta precedente. Questa volta estrasse un ipospray dalla tasca del camice e lo premette contro il collo di Anderson. Il sibilo dell’iniezione fu seguito da un’ondata di calore che si diffuse rapidamente.​

“Sogni d’oro, coglione,” lo apostrofò Kowalski mentre il mondo di Anderson iniziava a sfumare ai margini.​

L’oscurità lo inghiottì.​

Scena 3: Risveglio in un Nuovo Incubo

? Anderson è nella sua cella?
-> Improbabile: No, e...
=> Si trova in un nuovo laboratorio, che non riconosce

? È da solo?
-> Improbabile: Sì, ma...
=> C'è una telecamera di sorveglianza puntata sulla sua faccia

? È libero?
-> Improbabile: No, e...
=> È decisamente legato al lettino, così stretto da riuscire a sollevare solo la testa

La coscienza tornò lentamente, come un’onda che si infrange contro la riva. Anderson battè le palpebre, cercando di mettere a fuoco l’ambiente circostante. Non era la sua cella. Non era nemmeno il laboratorio di prima.​

Era un nuovo spazio, più grande, più minaccioso. Le pareti erano rivestite di pannelli scuri, non il bianco asettico a cui si era abituato. Attrezzature mediche che non riconosceva erano disposte lungo i bordi della stanza, alcune con display luminosi che pulsavano ritmicamente.​

Cercò di muoversi e sentì immediatamente la resistenza. Era legato al lettino, le cinghie così strette che riusciva a malapena a sollevare la testa. I polsi, le caviglie, il torace, persino la fronte—tutto era immobilizzato.​

E poi la vide: una telecamera di sorveglianza montata direttamente sopra di lui, l’obiettivo puntato sul suo viso. La luce rossa di registrazione lampeggiava inesorabilmente.​

“Cazzo…” commentò a voce alta Anderson, la sua situazione finalmente chiara.​

Qualunque cosa la struttura avesse pianificato per lui, era appena iniziata.​

Conclusioni

Questa sessione è stata interessante per esplorare la lore di Sector Seven e prendere confidenza con il regolamento. Gli eventi emersi tuttavia non mi hanno entusiasmato e quindi termino qui l’avventura di Nexus Anderson.

Tornerò sicuramente a giocare Sector Seven con un altro personaggio e un’altra premessa.

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